Walserweg Gottardo
Panoramica
Introduzione
Salendo attraverso la selvaggia Val Bavona fino a San Carlo, si attraversano numerose zone di origine franosa e si superano graziosi borghi intatti. Da qui inizia la parte più impegnativa della tappa: tramite una serie di scoscesi gradini di valle, stretti sentieri si inerpicano fino alla Capanna Basodino.
Deviazione / Chiusura
Ci sono deviazioni o chiusure lungo questo percorso, per ulteriori informazioni vedere https://www.schweizmobil.ch/it/wanderland/etappe62.07
Descrizione
Questa tappa collega Bignasca alla Capanna Basodino e si snoda quasi completamente in salita – è quindi necessaria una buona condizione fisica. Niente paura: nella seconda metà e prima del tratto più ripido c’è la possibilità di prendere una scorciatoia. Prima, tuttavia, seguendo il corso del Bavona ci si addentra nell’omonima valle, isolata e intatta, popolata soltanto durante i mesi estivi. Sul versante soleggiato, ai margini di boschi di castagni il sentiero inizia a salire. In un saliscendi si superano dodici villaggi – qui denominati «Terri» – fino a San Carlo. Dopo Fontana si sale nel bosco fitto lungo un sentiero lastricato fino al successivo villaggio di Sabbione. Qui, gli abitanti utilizzano i blocchi di pietra come ausili di costruzione naturali per le loro abitazioni, le stalle e le cantine. Le superfici coltivabili sono rare – solo l’1,5% dei terreni della valle è utilizzabile. Ecco perché i grandi blocchi di pietra sono stati ricoperti di terra e utilizzati come pascoli aggiuntivi. Giunti a Ritorto si cammina per un breve tratto sulla strada che rende accessibile la valle solo dal 1950, realizzata insieme alla centrale idroelettrica nell’area di Robièi.
Foroglio sorprende con la sua cascata che – da un’altezza di 110 metri – precipita da una parete rocciosa. Nei pressi del ponte, un grotto invita a una sosta. Un’escursione alla cascata merita una breve risalita della valle. Trattandosi di una valle di origine glaciale, spesso le pareti rocciose si stagliano ripide per poi appiattirsi in corrispondenza del successivo terrazzamento. Procedendo piacevolmente su sentieri sassosi attraverso il bosco, all’altezza di Roseto si attraversa di nuovo il fiume Bavona. La bellezza dei villaggi di quest’area è dovuta a severe leggi per la conservazione dell’identità tradizionale di questi luoghi. A eccezione di San Carlo, non vi sono linee elettriche a deturpare il paesaggio. Un gioiello del tutto particolare è l’abitato originario di Sonlerto. Qui, le case e le stalle sono state edificate su un’area di origine franosa tra i massi. Blocchi di pietra sono disseminati ovunque anche nel bosco fino a San Carlo. Dopo la tradizionale locanda, la strada passa davanti alla stazione di una piccola funivia che porterebbe direttamente alla capanna e alla destinazione della tappa – porterebbe, dal momento che la funivia funziona soltanto saltuariamente. Si utilizza maggiormente la grande cabinovia che parte più su, alla fine della strada. Chi intendesse risparmiarsi la fatica della salita può usufruire della funicolare che – durante i lavori di costruzione della centrale elettrica – trasportava in quota persino autocarri carichi.
A questo punto inizia il tratto più impegnativo che – per 5 chilometri buoni – sale fino alla destinazione della tappa: l’escursione segue la strada fino a una presa d’acqua della centrale, proseguendo successivamente su un sentiero. Attraverso un bosco di montagna incontaminato si supera il primo gradino di valle e si sale all’Alpe Campo. La valle si restringe nuovamente, le pareti rocciose si stagliano verso il cielo. Il fiume impetuoso si fa strada nel suo alveo punteggiato di massi. Ed eccola, in alto, su uno sperone di roccia: la Capanna Basodino, meta della giornata. Il sentiero serpeggia tra le rocce, in alcuni tratti assicurato con funi. In direzione sud-ovest appare alla vista un primo scorcio del ghiacciaio del Basòdino. Da qui non si è lontani dalla confortevole capanna. Un consiglio: per chi intendesse prendersela con maggiore comodità, a un quarto d’ora di cammino è possibile pernottare nella torre esagonale, oggi riconvertita in hotel di montagna. Originariamente, la torre è stata edificata per alloggiare i lavoratori che – negli anni Sessanta – hanno costruito la centrale idroelettrica. I numerosi laghi attorno a Robièi sono collegati da un ramificato sistema di pozzi. Lungo il suo corso verso il Lago Maggiore, l’acqua aziona diverse turbine o viene ripompata nei bacini artificiali tramite sistemi di accumulo idroelettrico. I numerosi torrenti ridotti a rivoli d’acqua e i cartelli lungo i fiumi che avvertono del pericolo di piene improvvise ne rappresentano il rovescio della medaglia.
L’attenta pianificazione degli itinerari è la chiave per godersi un tour. Informati preventivamente sulle condizioni atmosferiche e dei percorsi presso i centri informazioni locali. A seconda della stagione e delle condizioni metereologiche il percorso può essere chiuso o interrotto.
Partenza |
Bignasco
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Arrivo |
Robiei
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Salita |
1850 m
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Discesa |
440 m
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Distanza |
19 km
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Durata |
7 h 20 min
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Durata direzione inversa |
5 h 45 min
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Requisiti tecnici |
Medio
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Condizioni fisiche |
Difficile
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Maggiori informazioni | https://www.schweizmobil.ch/it/wanderland/etappe62... |
Fatti
Numero del percorso
